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LA VITA INVISIBILE DI EURIDICE GUSMAO (A VIDA INVISIVEL)

139 min

Genere: Dramma

Lingua: Italiano

Regia: Karim Aïnouz

Con: Carol Duarte, Julia Stockler, Fernanda Montenegro, Gregório Duvivier, Bárbara Santos, Flávia Gusmão

Vincitore del Certain regard a Cannes 2019, il film di Karim Aïnouz adatta l'omonimo romanzo d'esordio di Marta Batalha, straordinario caso letterario in Brasile (in Italia pubblicato da Feltrinelli), raccontando le vite parallele - dagli anni Cinquanta fino a oggi - di sue sorelle separate dal destino ma unite da un amore intenso e lungo un'intera vita. Un appassionante melodramma famigliare, "un sogno ad occhi aperti, saturo di suoni, musica e colori" (Variety), "un fiume in piena che annichilisce lo spettatore, un'esperienza viscerale come le protagoniste che racconta, prigioniere delle convenzioni sociali e forti come pilastri. Impossibile non entrare in empatia con loro, non soffrire delle stesse frustrazioni, piangere per le delusioni e resistergli al fianco contro tutte le avversità" (Federica Polidoro). "Volevo con il mio film rendere omaggio al melodramma e usare la sua estetica per disegnare una critica sociale della nostra epoca: volevo mettere in scena una storia in grado di far luce su un capitolo invisibile della storia delle donne" (Karim Aïnouz).

139 min

Genere: Dramma

Lingua: Italiano

Regia: Karim Aïnouz

Con: Carol Duarte, Julia Stockler, Fernanda Montenegro, Gregório Duvivier, Bárbara...

Vincitore del Certain regard a Cannes 2019, il film di Karim Aïnouz adatta l'omonimo romanzo d'esordio di Marta Batalha, straordinario caso letterario in Brasile (in Italia pubblicato da Feltrinelli), raccontando le vite parallele - dagli anni Cinquanta fino a oggi - di sue sorelle separate dal destino ma unite da un amore intenso e lungo un'intera vita. Un appassionante melodramma famigliare, "un sogno ad occhi aperti, saturo di suoni, musica e colori" (Variety), "un fiume in piena che annichilisce lo spettatore, un'esperienza viscerale come le protagoniste che racconta, prigioniere delle convenzioni sociali e forti come pilastri. Impossibile non entrare in empatia con loro, non soffrire delle stesse frustrazioni, piangere per le delusioni e resistergli al fianco contro tutte le avversità" (Federica Polidoro). "Volevo con il mio film rendere omaggio al melodramma e usare la sua estetica per disegnare una critica sociale della nostra epoca: volevo mettere in scena una storia in grado di far luce su un capitolo invisibile della storia delle donne" (Karim Aïnouz).
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